Fra tanti alberi che abbiamo perso a causa del maltempo, prendiamo atto che ce ne sono di nuovi, sia piantati, sia cresciuti spontaneamente. E ci sono anche specie erbacee, queste non nuove, che tuttavia non abbiamo mai considerato adeguatamente come invece e è giusto fare in un luogo della biodiversità.
Arrivando dal parcheggio di via Federico Borromeo ci imbattiamo in una serie di giovani alberelli. Sono farnie, aceri e una che fatichiamo ad identificare. Utilizzando Plantnet, con foto della pianta intera e della foglia, le stesse che vedete sotto, deduciamo che possa trattarsi di un Prunus domesticus. Quando farà fiori e frutti, non prima del prossimo anno, poteremo avere la conferma.
Proseguendo sul vialetto rivolgiamo l'attenzione a un alberello dall'aspetto cespuglioso cresciuto presso la recinzione dei campi di calcio del Seregnello. Ha già qualche anno, ma immaginavamo che lo avrebbero tagliato. Invece è ancora lì. Si tratta certamente di un gelso. E ce n'era uno della stessa specie, più avatinti, presso la recinzione della scuola elemntare Rodari. La cosa curiosa è che questi esemplari hanno molte foglie lobate e profondamente incise, cosa insolita per i gelsi comuni. Anche in questo caso utilizziamo Plantnet che però ci rispnde in modo quasi salomonico. Potrebbe essere in priatica sia un gelso bianco che un gelso nero.
Ai piedi del gelso di specie indefinita, si è formato un bel tappeto di acetosella con numerosi fiorellini gialli, evidentemente appetiti dalle api.
Nei prati del parco, ma anche nel recinto del laghetto ci sono, in questa stagione, dei cespuglietti di settembrini.
Ma cosa sono esattamtente questi "fiori", a volte con "petali" violetti o azurrini, ma spesso bianchi, con la parte interna sempre gialla? Non è facile rispondere perchè ormai si confondono una specie nostrana di pianura che è l'Aster amellus e almeno altre due di origine nord americana: A. novi belgii e A. novae angliae, da cui i giardinieri hanno ricavato delle cultivar variamente colorate molto rustiche e ampiamente usate nei giardini, che poi si sono naturallizzate e diffuse ovunque.
Di siuro appartengono al genere Aster e come tutte le Asteraceae, chimate anche Compositae, non portano dei fiori ma delle infiorescenze (capolini). In questo caso quelli che sembrano petali sono dei piccoli fiori laterali ligulati e quelli gialli sono fiorellini tubolosi. Una buona spiegazione la potete trovare qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Capolino.
Dopo alcuni suggerimenti, ottenuti in FNM, che ringraziamo, sembra che queste piante siano dei Symphyotrichum novi-belgii (il nome in cui ora sono stati riclassificati Aster novi-belgii).
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Settembrini |
Settembrini con ape |
Le variazioni del panorama
Libellule, habitué del laghetto
Accoppiamento a cuore di Sympetrum striolatum |
Aeshna cyanea |
Aeshna cyanea, riconscibile dalle tre macchie azzurre nella parte caudale e dalla due macchie giallo verdi sul dorso |
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