lunedì 4 dicembre 2023

Inizio di dicembre

Pioggia e vento caratterizzano l'inizio del mese. Il cielo è attraversato dalle nuvole. Alcuni alberi conservano le foglie, come i salici piangenti che ci accolgono all'arrivo, mentre altri sono completamente spogli. Il laghetto rimane in buona parte all'ombra dei platani. Il canneto è stato squassato dal maltempo. Le tife sono piegate e i fior di loto sono rinsecchiti. Le ninfee, seppure ancora verdi, formano uno strato galleggiante dalla vitalità incerta.  Rari i fiori e ancor più rari gli insetti. Qualche uccello svolazza fra i rami. Non è questa la stagione per ammirare le bellezze del luogo. 


Il ponticello e la piazzuola sono in ombra

Il bacino piccolo

La piazzuola.
Qui mancano le chiome del salicone e del viburno

Dalla piazzuola si vedono i massi sulla sponda opposta,
oltre le tife ripiegate dal vento e i fior di loto rinsecchiti. 

Il bacino grande visto da est

Un bagolaro è cresciuto fra i massi. Ha ancora tutte le foglie. 

Qualche fiore di tarassaco resiste ed è anche visitato
da un insetto, forse un sirfide. 

Gli alberi spogli

Tigli ed aceri sono spogli, un pero ornamentale mantiene un bel fogliame dorato. 

Aceri rossi

Uno degli aceri presso il parcheggio

Un pero ornamentale

domenica 26 novembre 2023

Foliage in tono minore

A fine novembre il consueto spettacolo dell'autunno si presenta in tono minore, quasi deludente: la pioggia, il vento, il calo improvviso delle temperature, ma soprattutto i gravi danni del fortunale di luglio, ce ne danno qualche spiegazione. 

Arrivando dal parcheggio di via Federico Borromeo.  

  
Un acero ha le foglie giallastre, mentre farnie e platani le hanno rossicce. 


Una gazza sul platano


Gelsi con rami ripiegati a terra


Il salice piangente presso il cancello principale conserva la maggior parte delle figlie. Un ramo è danneggiato e le sue foglie sono ingiallite. Anche questo è un ricordo del 24 luglio. 



Davanti al laghetto, del gruppo di tigli ne rimangono solo due e sono completamente spogli, così come i due noci.
  

Dentro al recinto del laghetto, sulla sinistra, appare qualche foglia rossa dei vari peri ornamentali e qualche frutto dei medesimi. Le varietà sono evidentemente diverse. 




Osservando il bacino grande si nota a sinistra la mancanza del salicone, di cui rimangonoo solo dei polloni,  e sullo sfondo dei grandi ciliegi, tutti schiantati. 


Il bacino piccolo


Il canneto è stato spazzato e piegato dal vento


Il cespuglio del corniolo segna l'incedere dell'autunno con il suo graduale cambiamento di colore. Ora è già quasi spoglio. 


Gli aceri rossi sono stati danneggiati, anche se, bene o male,  sono rimasti in piedi, mente i  ciliegi che si ergevano lì vicino sono stati completamente abbattuti dal vento il 24 luglio. Ora però gli aceri rossi sono già completamente spogli. Rimane solo qualche cespo di foglie su un paio di rami troncati. 



Un gelso piantato meno di dieci anni fa è diventato abbastanza alto, quasi 3 metri. 
 

Nel parato del parco l'erba è stata tagliata, riappaiono le pratoline e qualche tarassaco. 


Nel recinto del laghetto resite qualche fiordaliso nerastro. Qui l'erba non è stata tagliata. 


Nel prato del laghetto, dove l'erba non è stata tagliata, è spuntato un acero rosso. Sarà opportuno spostarlo in qualche rimboschimento. 


Nonostante il freddo un piccolo sirfide si rifugia sul capolino di un tarassaco. Non ci sono altri insetti nei dintorni. Potrebbe essere del genere Sphaerophoria. Ringraziamo  Carlo Munari che ci ha suggerito l'identificazione, nonostante le fotografia poco nitida e le ali chiuse che nascondono il disegno del dorso. Questo genere dovrebbe essere in circolazione fino a ottobre, ma siamo a fine novembre (vedi il manuale dei sirfidi dell'ISPRA).  



mercoledì 1 novembre 2023

Dopo le piogge

Ai primi di novembre il panorama ricorda quello del day after, ma non è così.  Le foglie del loto e delle tife sono state strapazzate dal vento e dalla pioggia e il cielo è ancora bigio. 


Tuttavia non fa freddo e le sorprese non mancano. Ci sono tre fiori di ninfea, di cui uno dischiuso e due ancora in bocciolo.




 Anche la spirea ha emesso un piccolo fiore.


Sono scomparse dall'acqua tutte le libellule rossastre che si vedevano nei giorni scorsi. Chissà se le rivedremo. In compenso svolazza inattesa un'Aeshna cyanea, che passa davanti a noi ripetutamente, ma senza lasciarsi fotografare decentemente. Ne cogliamo solo qualche tenue traccia, sufficiente però ad identificarla. 


Nei prati molti fiori sono malridotti. Resistono però dei tarassaci e delle costoline giuncoline (Hypochaeris radicata), entrambe asteracee dai fiori (capolini) gialli, che oggi sembrano attirare solo dei ditteri sirfidi tutti della stessa specie: Epysirphus balteatus







martedì 31 ottobre 2023

Acquazzone

Negli ultimi 14 giorni di ottobre, solo due sono stati senza pioggia, che, questa mattina dalle 5 alle 6, è stata intensissima. A Seregno sono caduti 70 mm di acqua, è mancata la corrente, quasi tutti i sottopassaggi si sono bloccati mandando in tilt il traffico. La perturbazione ha avuto la massima intensità lungo la valle del Seveso, con allagamenti a Meda e a Milano Niguarda, come non se ne verificavano dal 2014.

Nel suo piccolo anche il laghetto ha riversato l'acqua in eccesso con un rivolo verso il prato ovest. Pioggia e vento hanno imperversato su erbe, fiori e canne.

In tarda mattinata è arrivato un po' di sole, ma qualche nuvoletta bianca è rimasta all'orizzonte, mentre ombre taglienti avvolgevano gran parte del laghetto.

Il canneto ripegato

Il bacino piccolo

Il bacino grande. Sullo sfondo in alto l'acero rosso. 

Sul ponticello si sono accumulate le foglie degli ontani, sparse dal vento. 


Le foglie del loto sono idrorepellenti e spesso trattengono le gocce di pioggia senza nemmano bagnarsi, ma questa volta qualcuna è affondata, sotto il peso della pioggia raccolta. 



Con il sole il luogo si è subito rianimato. Sui fiori, ancora fradici, svolazzavano vari insetti. 


Eristalis sp. su tarassaco

Sull'acqua era un tripudio di libellule, tutte del genere Sympetrum, che ogni tanto si posavano su qualunque superficie al sole. 




Dal canneto si affacciavano guardinghe le gallinelle d'acqua, uccelli selvatici sempre presenti al laghetto, timorose dell'uomo, ma non della furia degli elementi.