venerdì 4 agosto 2023

Dieci giorni dopo

Sono passati 10 giorni dal disastro del 24 luglio. Vediamo come sta ora il laghetto fra piante schiantate, ferite varie alla vegetazione, lavori in corso e segni inequivocabili di continuità della vita.

Ecco la foto di una bella Anax imparator maschio che volava incessantemente sull'acqua. Se si fosse posata avremmo avuto una foto migliore, ma questa, seppure incerta, ci rassicura che in quache modo lo spettacolo della vita selvatica prosegue.   

Arrivando

Lo skyline è sempre dominato dai due salici piangenti, ma quello sulla destra ha la chioma spuntata e qualche ramo spezzato. 


Il bacino piccolo

A sinistra l'ontano tagliato e, sullo sfondo, le tife schiacchaite dal vento. 


Il bacino grande

Proseguono i lavori di sfoltimento della vegetazione acquatica, in prevalenza tife e fior di loto. 


Qui vediamo un unico bocciolo del loto e nemmano un fiore. Strano per questa stagioner. 


Sulle foglie sono ancora evidenti i segni della grandinata. 

Un ramo del gelso ha le lamine fogliari ridotte male

Nel bacino grande il loto ha insieme foglie semidistrutte e
altre, appena spuntate, dalle forme perfette.  

La vegetazione

Il peggio, dentro al recinto, è toccato al salicone e al salice da vimini. Incerta la sorte del viburno che paga anche la siccità dello scorso anno. Il prato invece sembra indenne. Si salvano anche acuni frutti. 

Il cespuglio del viburno

Il prato

Ramo di pero con frutti

Le more, frutti del gelso, in maturazione

La fauna

La gallinella è rimasta sempre fedele al laghetto e non ci ha fatto mancare nemmeno questa volta la sua presenza. Ci sono anche delle tartarughe esotiche, meno gradite, il solito merlo, una farfalla e la bellissima libellula con cui abbiamo aperto il post. Sicuramente ci sarà stato anche altro, ma non è facile cogliere la ricchezza della biodiversità, in una visita della durata sempre limitata. L'importante è che ci sia e che resti. 

Gallinella

Gallinella

Una tartaruga esotica dall'aspetto mai visto. Che sia nuova?

Un merlo

Una farfalla, Lasiommata megera

Anax imperator

Anax imperator

mercoledì 2 agosto 2023

La resilienza del laghetto (3)

Dopo il disastro

Nel titolo di questo post, il terzo della serie, facciamo il verso a un noto testo di Giorgio Vacchiano: "La resilienza del bosco" Lui è uno scenziato noi no e non ci sfiora l'idea di fargli concorrenza. Vogliamo solo guardare con fiducia nell'evoluzione di quello che consideriamo un piccolo ecosistema e non un semplice arredo del parco. Mentre contavamo i danni, ci siamo imbattuti in un serie di segni, magari piccoli, che ci fanno pensare positivamente, almeno per il laghetto e per la natura. 

D'altra parte la vita sulla terra conta milioni di anni, gli alberi primordiali 500 milioni, i primi insetti 480 milioni, i vegetali più evoluti, quelli da fiore, cioè le angiosperme 145 miloni, coevolute insieme a molti insetti come le farfalle, vari imenotteri, ditteri e coleotteri. L'homo sapiens è arrivato forse 300 mila anni fa. É lecito pensare che se l'uomo ha bisogno della natura, la natura potrebbe fare a meni dell'uomo? Nel caso è bene tornare a quanto riportato nel primo di questi tre post e all'appello degli scenziati: spetta all'uomo darsi una mossa. Deve fermare il riscaldamento globale se non vuole devastare il pianenta e soprattutto non dannaeggiare sè stesso. Si dice che gli insetti sopravviverebbero a qualunque disastro, se non altro perchè per ogni essere umano che popola la terra esistono 200 milioni di insetti. 

Ma torniamo al nostro laghetto. Su 200 foto scattate per documentare il disastro del 24 luglio, ben 40 dicono altro. Ne riportiamo qui alcune, iniziando da una splendida ninfea fiorita, assieme ad altre, fra le macerie vegetali, e finendo con un'ape intenta nel suo incessante lavoro di bottinatrice, su uno dei fiori scampati alla grandine nel prato del recinto. 

Ninfee

Quattro o cinque le ninfee viste, un paio ben nascoste. Di solito in questa stagione non fioriscono
per il troppo caldo. Le piogge hanno abbassato un po' la temperatura ed eccole.  




Altri fiori... e frutti

La lagerstroemia, che sembrava schiacciata dai ciliegi crollati, si è rialzata ed è piena di fiori. 



La spirea ha la maggior parte dei fiori secchi per il caldo trascorso. Lo stesso vale per la buddleia. Ma ci sono anche fiori nuovi. 
 

Nel cespuglio del piracanta cresce di tutto. Da anni vegeta anche una rosa. Il cespuglio con tutti i suoi intrusi non sembra ver subito danni particolari. Sotto le bacche acerbe della rosa. 


Alberi che hanno resistito e spazi che si aprono

A breve distanza dal salice da vimini, che è stato letteralmente spazzato via dal vento, una quinta di alberelli (ontani ed aceri) lungo le rive del laghetto, sul lato ovest, non ha avuto danni, a parte le foglie lacerate dalla grandine. Si riprenderanno. 

 
Il bacino piccolo era molto ombreggiato, forse anche troppo. Ci ha pensato il vento ad eliminare un ontano, che poi è stato tagliato con i primi interventi di messa in sicurezza. Ora il luogo è più aperto ai raggi del sole, pur mitigati dai rami penduli del salce piangente.  


I pesci oggi affollavano il bacino piccolo. Stranamente sembravano boccheggiare in superficie. Con il caldo l'ossigeno disciolto nell'acqua diminuisce, ma mai qui si sono verificati fenomeni di eutrofizzazione.  Forse una certa massa vegetale distrutta dalla grandine, in fase di marcescenza, produce anossia. Sono in corso lavori di ripulitura di questa massa e forse per questo l'acqua è torbida. Immaginiamo che sia in corso un intervento dei volontari di Legambiente. Quest'anno almeno non avremo lo specchio d'acqua interamente coperto dalla vegetazione acquatica, come avviene di solito alla fine dell'estate.    

Pesci boccheggianti

Fiori e insetti

Non tutte le foto ci hanno permesso di identificare le varie specie osservate, ma tra queste ci sono delle belle sosprese. 

Sui fiori della buddlela
Forse in foto un paio di imenotteri (vespa e bombo?)



Sulle infiorescenze della carota selvatica


Un sirfide Heristalis arbustorum, visto qui per la prima volta.
Identificato da Andrea ed Enzo in FNM che ringraziamo 

Lo stesso che sopra, visto frontalmente

Un imenottero dei Chrysideae, carattarizzati da colori sgargianti


Insetti non identificati

Fra le buone notizie

Notiamo con piacere che la staccionata, che aveva un paio di paletti traballanti, dopo la segnalazione all'Amministrazione Comunale, è stata riparata. 



Concludiamo con un auspicio

Un'ape operaia al lavoro su un fiordaliso nerastro nel prato dentro la staccionata, dove l'erba non era stata tagliata, a differenza del parco. 


 

martedì 1 agosto 2023

I danni al laghetto (2)

In questo post annotiamo i danni causati il 24 luglio, dal vento e dalla grandine, nel perimetro del laghetto, facendo seguito al post (1) in cui abbiamo elencato quelli alle alberature nei dintorni, fuori dal recinto. 


Il salice piangente presso la bacheca - A

Si sono spezzati alcuni rami nella parte alta. Lunghi e sottili rametti penduli sono svolazzati spargendosi nei dintorni. 



Un ontano presso il bacino piccolo -B

Il tronco è già stato segato. Da notare il caratterstico color rosso che si manifesta, dopo il taglio, in questa specie. Il bacino piccolo, prima completamente in ombra, appare ora molto più luminoso: non tutto il male viene per nuocere. 




Il salicone - C

Purtroppo il salicone potrebbe essere perduto. Nato spontaneamente ancor prima del ripristino del laghetto, salutava l'avvicinarsi della primavera con le sue abbondanti infiorescenze cotonose e biancastre. I suoi tre tronchi si sono spezzati alla base, travolgendo in parte anche il pallon di maggio, già sofferente per la siccità. 




Un ontano presso i massi - D

Questo è il primo ontano nato spontaneamente presso le rive del laghetto. Il seme era arivato da un altro ontano che era stato piantato nel prato fin dalla creazione del parco presso i fili dell'alta tensione, poi morto. Si è spezzato uno dei tronchi principali. La chioma frammentata lascia intravedere uno spicchio di cielo.



Il salice da vimini - E

Il salice de vimini, dal portamento arbustivo, si è rivelato qui una pianta piuttosto fragile. Il vento ha spazzato via completamente uno dei due esemplari presenti. Resta una ceppaia di pochi decimetri di altezza. Vedremo se ricaccerà qualche pollone. 



La vegetazione acquatica - F

Le foglie dei fior di loto e delle ninfee appaiono letteralmente tritate dalla grandine. Le tife, così alte che prima impedivano lo sguardo da una riva all'altra, sono ora piegate, quasi appiattite.  




Quel che più colpisce è che gli steli del loto sono quasi tutti troncati in alto. Non portano i fiori che sempre abbondano nel pieno dell'estate e i rari boccioli sono persino ammaccati dalla grandine. La foto sotto potrebbe essere il simbolo di questo cupo perido.