mercoledì 2 dicembre 2020

L'airone bianco porta la neve

Il 29 novembre termina la zona rossa in Lombardia e inizia quella arancione. Si può circolare liberamente nel comune e torniamo finalmente al laghetto...  ma il cielo è grigio, la luce è scarsa e non registriamo particolari novità.

Questa volta lasciamo campo libero ad altri, forse più fortunati, ma certamente appassionati e determinati.

L'airone bianco

Solo a sera sapremo infatti, via Facebook che ci siamo persi un passaggio straordinario, quello un airone bianco.

L'airone bianco sopra il laghetto e sopra i fili dell'alta tensione

 

Adelia M. è riuscita a fotografarlo con il cellulare, in volo e anche posato sulla staccionata, lontano ma non troppo, quanto basta per distinguere nettamente il suo colore, completamente bianco a differenza dell'airone cenerino, visto lì parecchie volte. Mentre si accingeva a riprenderlo con la macchina fotografica, la sola presenza di un cane lo ha messo in fuga. 

Amici esperti di ardeidi ci hanno confermato che l'airone bianco può frequentare le nostre zone per svernare. Di solito però lo fa nei pressi di luoghi umidi. E' stato visto negli scorsi anni sul Lambro e in questo stesso periodo nella zona sud del Parco delle Groane sul Nirone, non lontano dall'Oasi WWF del Caloggio.  

Altri, che ringraziamo, ci segnalano che è presente anche all'Oasi Lipu di Cesano Maderno, dove in effetti, secondo l'Atlante degli uccelli del Parco delle Groane, è svernante regolare dal 2001.

La neve

 
Sempre Adelia  ci ha mandato un video del 2 dicembre,  ripreso in un momento di intensa nevicata. Ne abbiamo tratto un brevissimo clip. Da anni non si vedeva la neve in questa stagione, anche se ne resterà poca a terra il giorno dopo. 
 


 
Aggiornamento 
 
E non sono finite qui le chicche di Adelia. Intorno al 10 dicembre riprenderà le evoluzioni di moltissimi e rumorosissimi storni, radunati sugli alberi e sui fili dell'alta tensione, forse in attesa di proseguire la loro migrazione. Le immagini e i video li potete vedere qui: https://www.facebook.com... sulla pagina FB dedicata al laghetto. 

Storni su palo "ecologico"

Gli storni erano stati osservati nella stessa zona altre 4 volte, come si può vedere dall'indice a nuvola qui a destra, nelle seguenti date:
  • 16 dicembre 2018: in folto gruppo
  • 29 giugno 2017: individuo isolato
  • 27 ottobre 2016: in folto gruppo
  • 7 maggio 2015: individuo isolato 

Insomma belle e grandi sorprese come grande è l'applauso che merita Adelia. Un ringraziamento anche a Carlo che ha creato la pagina FB, ottima per interattività (al momento conta 122 "fan"). 


giovedì 26 novembre 2020

Ora d'aria

Il giorno 6 novembre è entrata in vigore in Lombardia la Zona Rossa, che ha segnato una nuova tappa del percorso di contrasto a questa tristissima pandemia. Fra le tante cose, a differenza del lockdown di marzo e aprile, ha consentito qualche passeggiata nei dintorni di casa, per noi una vera e propria ora d'aria

Non ci era possibile raggiungere il laghetto, bensì perlustrare altre zone verdi più vicine, fra queste, inaspettatamente interessante, quella fra il Lazzaretto e lo Stadio, lungo la ciclopedonale via 8 marzo.

Dei muri esposti al sole, una quinta di grandi alberi (magnolie), a protezione
dai venti freddi, e rari tagli dell'erba hanno forse consentito un piccolo
show della natura a novembre inoltrato, in un ambiente ruderale.

Cosa centra questo luogo con il blog del laghetto?

Nei giorni di frequentazione (dal 18 al 25 novembre), abbiamo trovato fiori selvatici, farfalle, sirfidi e altri invertebrati, come mai ci saremmo aspettati, nemmeno al laghetto, luogo deputato alla biodiversità. L'arrivo del freddo ha visto poi questo spettacolo declinare rapidamente, ma resta da chiedersi cosa lo abbia permesso. 

Potrebbe essere un terreno di confronto per verificare cosa si può fare di meglio al laghetto. Vedremo.

Fiordaliso nerastro e argo bronzato

Cominciamo ad illustrare le due specie più abbondanti, viste ogni volta lì in più esemplari: un fiore e una farfalla

Centaurea nigriscens,  fiordaliso nerastro

Non tutte le piante del fiordaliso nerastro hanno fiori così belli come quello in foto, ma erano ovunque e sempre visitate da insetti. Ci è venuto il dubbio che la specie fosse proprio quella, dato che il genere Centaurea conta decine e decine di taxa  e che la classificazione non è nemmeno del tutto condivisa. Dopo aver approfondito la questione, pensiamo che l'identificazione sia corretta, osservando vari dettagli, ma soprattutto le scaglie dell'involucro fiorale, che corrispondono alla descrizione dei più autorevoli botanici (Pignatti 1982). E questo vale quasi sicuramente anche per gli esemplari visti da sempre al Parco Falcone Borsellino. Controlleremo.
 
 
L'involucro fiorale è il globulo da cui emerge l'infiorescenza
 
  
Le scaglie che avvolgono l'involucro floreale, con la punta
piegata in fuori e aperta a ventaglio, sono tipiche della specie.

Sul fiordaliso si è posato un argo bronzato, Lycaena phlaeas, una farfalla piuttosto piccola, presente ogni volta in più esemplari, evidentemente resistente alle avversità dell'autunno, oltre quanto dicono i manuali, che la prevedono attiva solo fino a ottobre.   


Argo bronzato, Lycaena phlaeas

Un esemplare di colore più chiaro è posato su delle foglie secche, in una zona soleggiata e riparata dal vento. Non sappiamo a cosa sia dovuta questa differenza di colore. 

I due tipi di argo bronzato, chiaro e scuro, sono qui insieme su un fiore di costolina giuncolina, un'asteracea vagamente simile al tarassaco, ma con gli steli più alti.

Altre farfalle

Il croceo, Colias crocea, appariva spesso in volo, come una farfalla gialla. Una volta posato chiude le ali e non mostra la parte superiore bordata di bruno. Sull'ala di un esemplare accade una cosa strana.


 

Un'insettino cammina sull'ala del Croceo nelle foto sotto. É un Dittero dei Sepsidae. Così ci dicono qui https://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=329158 gli esperti Elleelle e MicheleM via FNM che ringraziamo


Croceo con insettino sull'ala


Si tratta di un Dittero dei Sepsidea.
Le dimensioni sono quelle di una formica piccola.

Meno frequente delle due specie sopra è stata la Megera, Lasiommata megera.  Una coppia svolazzava roteando come in una danza, prima di posarsi su un muro riscaldato dai raggi del sole. Quella in alto sbatteva le ali. Forse un segnale di richiamo per l'altra.
 

 
 

Altri insetti: ditteri - sirfidi e imenotteri

Sorprendente la presenza dei sirfidi, osservati più volte e di almeno tre specie diverse. Sembrano imenotteri (vespe, api ecc,) ma si riconoscono perché sono in grado di volare rimanendo fermi in un punto, come fanno i colibrì e gli elicotteri. Sono dei ditteri, avendo solo due ali, e non pungono. 



Episyrphus balteatus


Probabilmente Eristalis tenax

Probabile Myathropa sp.

L'imenottero nella foto seguente era sembrato un calabrone, e magari anche una una regina, che è l'unica a sopravvivere all'inverno e a garantire la continuazione della colonia. Invece si tratta di una Vespula germanica e nemmeno regina. Ringraziamo MicheleM che l'ha identificato e FNM. Vedi qui: https://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=329157 

 

Vespula germanica

Da tenere d'occhio!

Sarebbe interessante una descrizione più dettagliata della flora di questo luogo, a cominciare dalle erbe spontanee avvistate, tutte con qualche fiore almeno durante i primi sopralluoghi: fiordaliso nerastro, costolina giuncolina, trifoglio rosso, settembrino, tarassaco, achillea millefoglie, ranuncolo e pratolina

Trifoglio rossoTrifolium pratense

Da tenere d'occhio è il luogo stesso, che appare come un prato selvatico, dove sono stati effettuati dei tagli irregolari, e forse per questo è così  ricco di vita. 


Qui è stato avviato, dallo scorso anno, un piccolo ma significativo rimboschimento dagli amici di Legambiente e dall'Associazione Selva Urbana di Monza, in accordo con l'Amministrazione Comunale, con la piantumazione di circa 300 alberi di tante specie. Anche questo può essere un ottimo motivo per  tante belle prossime passeggiate, che speriamo non debbano più essere delle "ore d'aria". 

A presto

mercoledì 4 novembre 2020

Cadono le foglie, mentre...

Oggi è l'ultimo giorno prima che l'Italia si colori di rosso di giallo e di arancio. Non si sa quando questa nuova emergenza finirà.


Pare che i parchi resteranno aperti, ma, nell'incertezza, verso mezzogiorno andiamo al laghetto. Arriviamo questa volta dalla via Platone. 

Sul vialetto affiancato da aceri vediamo foglie cadere in continuazione: qualche impercettibile refolo d'aria basta a staccarle dai rami. Si vede che è proprio giunto il loro momento.


Il prato è stato rasato ancora una volta. Si salvano nell'erba dei fiorellini gialli  piccolissimi. 

Aggiornamento: si tratta di Oxalis sp. Una pianta dello stesso genere della comune acetosella, che ha le foglie uguali, ma i fiori bianchi o rosati. Le foglie sono composte da tre foglioline, simili a quelle del trifoglio, a forma di cuore con la punta rivolta verso il picciolo. Sono tre le specie più comuni a fiore giallo, O. stricta, O. dillenii ed O. corniculata e forse la più diffusa da noi è O. stricta: da verificare.  Ringraziamo Forest e FNM per i suggerimenti: vedi qui

Oxalis sp.

Fiore e delle foglie dell'Oxalis

 

Una farfalla bianca, di certo una Pieride, si accontenta di posarsi su una foglia, in mancanza d'altro.



Alberi

Giunti presso la nostra meta, facciamo un giretto fra gli alberi dei paraggi.

Gli aceri rossi sono completamente spogli

Il gruppo di cinque ciliegi, invece, ha la chioma densa e fitta

Solo la volta scorsa questo stesso scorcio era incorniciato
da foglie rosse, ora a terra

I gelsi reggono ancora bene.
Il prato è cosparso di foglie dei platani

Ai margini del recinto un tiglio conserva parte delle foglie,
La maggior parte degli esemplare di questa specie le ha perse,
qui come nei viali della città. 

Foglie,  bacche e nuove specie

 
Intorno al laghetto, e particolarmente lungo le rive, la vegetazione nel corso degli anni è cresciuta rigogliosa: di anno in anno si insediano ulteriori esemplari anche di nuova specie.
  
La foglie di un giovane acero sulla riva del laghetto

La foglia di uno dei numerosi ontani spuntati sulle rive.

La aiuole del piracanta sono state potate da poco e molti dei bei
frutti sono andati persi, ma non tutti. Al centro della foto, quelli
che sembrano dei pennacchi, sono infruttescenze della vitalbaba

Nuovi alberi? Il caso dei bagolari

Sono almeno tre le piantine di bagolaro che tentano di insediarsi al laghetto. Una spunta persino fra i massi sulla riva. É difficile che possa sopravvivere, ma da qualche anno ci prova. Altre due si nascondono nei cespugli del piracanta. 

Rametti di bagolaro spuntano in mezzo al piracanta

 

Bagolaro (Celtis australis) e disseminazione

Il bagolaro ci dà un bell'esempio di come gli alberi sono capaci di diffondersi a distanza. Evidentemente  i loro semi sono arrivati per vie naturali al laghetto, e probabilmente arrivano ricorrentemente; alcuni sono germinati e ora, diventati piantine, cercano di svilupparsi. 

Ma da dove vengono questi semi, dato che di bagolari al Parco non c'è traccia? Quelli adulti più vicini sono lungo le vie Pacini e Ripamonti, ad almeno 200 metri di distanza. 

Detti anche spaccasassi (Celtis australis), sono alberi robusti, resistenti e possono diventare maestosi. Sono molto usati per viali. Milano ne è piena. 

Producono numerose piccole bacche (più esattamente drupe), dette bagole, gradite agli uccelli, che se ne cibano... il resto lo potete immaginare. Questo tipo di disseminazione si chiama zoocora. 

Per altre info:  

- https://www.floraitaliae.actaplantarum.org/viewtopic.php?t=7687

- http://dryades.units.it/udine/index.php?procedure=taxon_page&id=285&num=3644

- https://it.wikipedia.org/wiki/Disseminazione

 


Cadono le foglie, mentre...

Mentre visitiamo il laghetto è impossibile dimenticare quello che succede fuori da qui. Ce lo ricorda anche quello che abbiamo trovato sotto la chioma del salice piangente, presso la bacheca.  


  

Le mascherine si dovrebbero inserire in un sacchetto robusto. Ci arrangiamo come possiamo con un bastoncino. Non distante c'è un cestello dei rifiuti, sempre ben curato dagli operatori di Gelsia Ambiente: bravi almeno loro! 

Sarà un segno dei tempi, ma non è il solo: per tutto il tempo passato lì sentiamo in sottofondo le sirene delle autoambulanze: l'ospedale di  Desio è a un chilometro di distanza.

I tempi della natura e i nostri

 
Stiamo attraversando un periodo davvero brutto, che nessuno di noi potrà certo dimenticare...

Qui al laghetto abbiamo un piccolo esempio di come la natura abbia tempi e prospettive ben diverse da quelle con cui siamo abituati a pensare. Le progenitrici delle comuni libellule, che ora vediamo qui, alcune intente tranquillamente alla riproduzione, volano sulla terra da più di 300 milioni di anni, molto prima dell'era dei dinosauri e sono sopravvissute a numerose estinzioni di massa.  

Sympetrum striolatum

Coppia in ovodeposizione

Che dire? Forse noi, discendenti dal genere homo, apparso forse 2,5 milioni di anni fa, dovremmo essere più consapevoli della nostra fragilità e di quella dell'ambiente che stiamo pesantemente manipolando. Pur diventati homo sapiens da 200.000 anni, abbiamo ancora molto da imparare.   




giovedì 29 ottobre 2020

Ottobre prova a riscattarsi. Con il sole ritornano le libellule.

L'ottobre di quest'anno non è stato per niente un bel periodo. L'impennata della pandemia,  le piogge ed il calo delle temperature, tutte insieme, ci hanno fatto dimenticare l'estate e una certa illusione di serenità. 

Negli ultimi giorni un po' di sole ha risvegliato la vita al laghetto. Una visita nelle ore centrali della giornata, quando il luogo è solitario, è anche un buon modo per stare alla larga da contagi e timori. 


Il bacino piccolo è all'ombra dei platani, fino a quando questi non perderanno le foglie. Le ninfee, qui  tagliate durante le manutenzioni di fine estate, hanno già ributtato alcune foglie, seppure arrossate dalle basse temperature notturne. 



L'ombra arriva anche alla parte sud del bacino grande, ma, dopo mezzogiorno, pian piano se ne va ed è qui che ferve la vita delle libellule autunnali, che da parecchi giorni non si vedevano.

Libellule

Le Aeshne sono due. Quella che abbiamo fotografato, mentre ci girava attorno alla distanza di un braccio (si dice che queste libellule siano molto curiose e tutto lo fa pensare), è una Aeshna cyanea




 

I Sympetrum striolatum invece, molto più comuni,  se ne stanno ovunque nella parte soleggiata: posati a riscaldarsi sulle foglie, sui massi, sulle beole, anche accoppiati a cuore e in volo per cacciare o per deporre le uova, nel qual caso "in tandem". 

 

Accoppiamenti sulle beole

L'accoppiamento a cuore é tipico delle libellule

Il maschio regge con degli apici terminali la femmina, che lo
segue, abbassandosi ritmicamente sull'acqua, per deporre le
uova. Si dice che volano "in tandem"

Un maschio si riscalda su un masso

Una femmina azianotta sulla staccionata

Dettaglio del dorso

Fiori

La buddleia ha cessato di fiorite e anche le foglie sono un po' avvizzite, almeno alcune. Gli ultimi fiori si scorgono a mala pena.


Anche nei prati i fiori sono pochi. Qua e là si trovano: fiordaliso nerastro, trifoglio bianco, tarassaco, costolina giuncolina (Hypochaeris radicata), pratolina, margherita e poco altro.

Fiordaliso nerastro

Costolina giuncolina (Hypochaeris radicata).

Margherita con visitatore

Un piccolissimo insetto sul capolino della margherita


Aggiornamento: Ancora Elleelle (vedi sotto) ci suggerisce via FNM che l'insetto è un imenottero della superfamiglia degli Apoidea, che comprende circa 10 famiglie e 20.000 specie, fra cui le api, con cui hanno tutte in comune alcune caratteristiche del loro corpo, che le rendono atte all'impollinazione. Per altre notizie vedi: https://it.wikipedia.org/wiki/Apoidea 

Altri animaletti

Visto, ma non fotografato, un pettirosso. Mano a mano che le foglie si diraderanno, sarà sempre più facile osservare gli uccelli e speriamo di riuscire anche a fotografarli. 

Il sole ha fatto riemergere alcune tartarughe

 

Un ragnetto

Mentre usciamo dal cancello per andarcene, ci accorgiamo di un piccolissimo ragno. Non piacerà, ma anche lui fa parte dell'ecosistema e contribuisce ad arricchire la biodiversità. Al laghetto non se ne vedono molti, anche se non è difficile vedere brillare al sole qualche filo di ragnatela. Dedichiamo a questo esserino, di cui ignoriamo la specie, qualche foto.

Aggiornamento: Il ragnetto è un giovane Philaeus chrysops. Ringraziamo per l'identificazione Elleelle (Luigi L. ) e FNM. Il nome della specie ci permette di capire qualcosa di più. Si tratta di un ragno saltatore che cattura le prede appunto saltando. Come molti ragni è in grado di pungere, ma non sembra proprio pericoloso per l'uomo. Il maschio adulto ha una parte del corpo rossa. Speriamo, un giorno o l'altro, di riuscire a fotografarlo .