venerdì 7 marzo 2025

Una splendida giornata… e "L’anno che verrà"

Un venticello tiepido da sud accarezza le prime foglioline verdi dei salici e le ultime secche degli ontani. Queste, assieme agli amenti, cadono e si accumulano sull’acqua.


Da qualche giorno la temperatura se ne sta di una decina di gradi sopra le medie stagionali. Così dicono, ma il termometro non inganna: max 17 oggi alle ore 16 e 17,6 °C  ieri. Si tratta di una bella notizia? Se non fosse per quella specie di grillo parlante che è Copernicus, che anche oggi ha diramato qualche cupa notizia sui ghiacci del polo che si sciolgono, ora ai minimi storici, e sui mesi che si susseguono con temperature record, sembrerebbe di sì. 





Meglio spegnere la radio, la TV, o il cellulare che sia, uscire all'aria aperta e godersi l'insolito tepore, come fanno le gallinelle e come fa la tartaruga, che è risalita dal fondo interrompendo il letargo, per crogiolarsi al sole distesa su un materassino di canne. 




I cornioli, il salicone rinascente e i vari pruni sono tutti in fiore e le api vi ronzano attorno senza indugi.





Le gallinelle sono strane, non fuggono, razzolano nel prato, si ripuliscono con comodo le penne  e si lasciano osservare. Che stiano già covando? Il pettirosso non se ne è ancora andato e il luì piccolo svolazza da un ramo all’altro.





Se arrivasse anche la pace in Ucraina e a Gaza e se il Papa, come tanti altri che soffrono nel mondo, si rimettesse in salute, sarebbe proprio tutto bello. “Sarà tre volte Natale… ” cantava Lucio Dalla, ma ogni tanto bisogna saper sperare.   


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