Il 3 gennaio è una bella giornata di sole, ottima occasione per visitare il laghetto e per osservare la situazione.
Gli alberi a foglia caduca sono ormai completamente spogli e sono entrati nella fase del riposo invernale. La stagione del foliage è finita. In queste condizioni si riesce a vedere il campanile di San Carlo attraverso i rami nudi.   
Se gli alberi riposano, non così i prati. Sono fiorite numerose 
pratoline, in tutto il parco, grazie anche alle piogge ed alla temperatura ben sopra la media stagionale.
Se i 
tigli sono stati fra i primi alberi a restare senza foglie, ora si sono uniti gli 
ontani e i 
salici piangenti, solitamente fra gli ultimi. 
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| Al centro un ontano e dietro, sui lati, due tigli. In fondo un Prunus pissardii del vialetto, uno dei pochi rimasti.
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| Il salice piangente presso la bacheca. Qualche rara foglia rinsecchita resta appesa ai rami.
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| Le foglie, accumulate sotto la chioma del salice, ci dicono che la loro caduta è recente.
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Il canneto brilla ai raggi del sole, appare dorato ma è rinsecchito, ripiegato e ridotto ai minimi termini. L'acqua è scura e limpida. L'unica forma di vita animale è rappresentata da qualche uccelletto che sfreccia da un albero all'altro. Sulle rive i merli però non mancano. Le gallinelle d'acqua non si fanno sentire né vedere, ma c'è da scommettere che siano nascoste da qualche parte.  
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| Lo sguardo spazia libero dal ponticello | 
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| Dalla piazzuola si vedono i massi oltre le tife e i frutti del loto | 
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| Sulle rive verdeggiano i giunchi | 
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| Le foglie del loto sono scomparse da tempo, restano i frutti a imbuto ripiegati sull'acqua
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| Resistono in buona parte le foglie delle ninfee | 
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| Il Pennisetum, solitamente all'ombra dei platani e dei gelsi, ora che questi sono spogli, è raggiunto dai raggi del sole.
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La vita che resiste, che si rinnova e che compare in una aiuola
Nel recinto del laghetto non è una novità che nascano spontaneamente nuove piantine, così è stato per tutti i numerosi ontani presenti, per gli aceri e per i bagolari. É tuttavia stupefacente che proprio nel cespuglio del piracanta, oltre la piazzuola, dove troneggiava il salicone, circondato del pallon di maggio (viburno), il primo abbattuto dal fortunale del 24 luglio e il secondo fortemente danneggiato, la vita mostri la sua capacità di resistere, di rinnovarsi e di propagarsi. 
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| Così si presenta l'aiuola oltre la piazzuola. | 
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| Nel vuoto lasciato dal salicone, una specie di cratere,  stanno ricrescendo i suoi polloni, al centro della foto,
 riconoscibili dalla foglie chiare
 
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| Sopra il cespuglio svettano le foglie di una sambuco. A volte i sambuchi  passano tutto l'inverno con qualche foglia viva.
 
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| Nello stesso vuoto, fra i rami del pallon di maggio, è spuntato un tasso (Taxus baccata). Questa specie è nuova per il laghetto e non è presente nemmeno nel parco. Il seme sarà
 arrivato da chissà dove, attraverso l'apparato digerente di qualche uccello.
 La pianta è velenosa, ma non la polpa rossa del seme, l'arillo. Se sopravvivesse potrebbe
 crescere per varie centinaia di anni. l tasso è fra le specie di alberi più longeve.
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| Nello stesso cespuglio è nato un ligustro. Anche questa specie è nuova per il laghetto (la lista qui a fianco si
 allunga), ma si tratta di un arbusto abbastanza comune,
 molto usato per le siepi.
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Fiori e frutti per il nuovo anno
Se nel prato non sono poche le pratoline, nel recinto del laghetto si nascondono delle asteracee non meglio identificate, forse dei settembrini (?) cresciuti e fioriti tardivamente all'ombra di altre piante.  
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| Pratolina | 
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| Settembrino? Quanto meno un po' tardivo. | 
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| Bacche del piracanta. Poche quelle rimaste e tutte nelle zone più in ombra. Maturate tardivamente?
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| Una delle poche infruttescenze rimaste della tifa | 
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| Alcuni ontani sono carichi di "pignette", molto gradite a vari uccelletti, come ai codibugnoli.
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Segni di vita animale
Oggi davvero pochini. Nella foto un piccione. Visti dei merli e una cornacchia grigia. 
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| un piccione fra le foglie dei platani a terra | 
Gemme per la fine dell'inverno
Purtroppo quest'anno non avremo le fioriture del salicone che a fine inverno attirano immancabilmente nuvole di api. Speriamo che i polloni riescano a svilupparsi per i prossimi anni e rinnovare lo spettacolo. Non mancheranno però i fiori del corniolo, le cui gemme appaiono già abbastanza gonfie.  
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| Le gemme del corniolo |