mercoledì 3 gennaio 2024

Buon 2024

Il 3 gennaio è una bella giornata di sole, ottima occasione per visitare il laghetto e per osservare la situazione.

Gli alberi a foglia caduca sono ormai completamente spogli e sono entrati nella fase del riposo invernale. La stagione del foliage è finita. In queste condizioni si riesce a vedere il campanile di San Carlo attraverso i rami nudi.   



Se gli alberi riposano, non così i prati. Sono fiorite numerose pratoline, in tutto il parco, grazie anche alle piogge ed alla temperatura ben sopra la media stagionale.


Se i tigli sono stati fra i primi alberi a restare senza foglie, ora si sono uniti gli ontani e i salici piangenti, solitamente fra gli ultimi. 

Al centro un ontano e dietro, sui lati, due tigli. In fondo un 
Prunus pissardii del vialetto, uno dei pochi rimasti. 

Il salice piangente presso la bacheca. Qualche rara foglia
rinsecchita resta appesa ai rami. 

Le foglie, accumulate sotto la chioma del salice, ci dicono
che la loro caduta è recente. 


Il canneto brilla ai raggi del sole, appare dorato ma è rinsecchito, ripiegato e ridotto ai minimi termini. L'acqua è scura e limpida. L'unica forma di vita animale è rappresentata da qualche uccelletto che sfreccia da un albero all'altro. Sulle rive i merli però non mancano. Le gallinelle d'acqua non si fanno sentire né vedere, ma c'è da scommettere che siano nascoste da qualche parte.  

Lo sguardo spazia libero dal ponticello

Dalla piazzuola si vedono i massi oltre le tife e i frutti del loto

Sulle rive verdeggiano i giunchi

Le foglie del loto sono scomparse da tempo, restano i frutti
a imbuto ripiegati sull'acqua 

Resistono in buona parte le foglie delle ninfee

Il Pennisetum, solitamente all'ombra dei platani e dei gelsi,
ora che questi sono spogli, è raggiunto dai raggi del sole. 

La vita che resiste, che si rinnova e che compare in una aiuola


Nel recinto del laghetto non è una novità che nascano spontaneamente nuove piantine, così è stato per tutti i numerosi ontani presenti, per gli aceri e per i bagolari. É tuttavia stupefacente che proprio nel cespuglio del piracanta, oltre la piazzuola, dove troneggiava il salicone, circondato del pallon di maggio (viburno), il primo abbattuto dal fortunale del 24 luglio e il secondo fortemente danneggiato, la vita mostri la sua capacità di resistere, di rinnovarsi e di propagarsi. 

Così si presenta l'aiuola oltre la piazzuola.  

Nel vuoto lasciato dal salicone, una specie di cratere,  stanno
ricrescendo i suoi polloni, al centro della foto,
riconoscibili dalla foglie chiare

Sopra il cespuglio svettano le foglie di una sambuco. A volte 
i sambuchi  passano tutto l'inverno con qualche foglia viva. 


Nello stesso vuoto, fra i rami del pallon di maggio, è spuntato un tasso (Taxus baccata). 
Questa specie è nuova per il laghetto e non è presente nemmeno nel parco. Il seme sarà
arrivato da chissà dove, attraverso l'apparato digerente di qualche uccello. 
La pianta è velenosa, ma non la polpa rossa del seme, l'arillo. Se sopravvivesse potrebbe
crescere per varie centinaia di anni. l tasso è fra le specie di alberi più longeve.   

Nello stesso cespuglio è nato un ligustro. Anche questa
specie è nuova per il laghetto (la lista qui a fianco si
allunga), ma si tratta di un arbusto abbastanza comune,
molto usato per le siepi.

Fiori e frutti per il nuovo anno

Se nel prato non sono poche le pratoline, nel recinto del laghetto si nascondono delle asteracee non meglio identificate, forse dei settembrini (?) cresciuti e fioriti tardivamente all'ombra di altre piante.  

Pratolina

Settembrino? Quanto meno un po' tardivo.

Bacche del piracanta. Poche quelle rimaste e tutte nelle
zone più in ombra. Maturate tardivamente?  

Una delle poche infruttescenze rimaste della tifa 

Alcuni ontani sono carichi di "pignette", molto gradite a vari
uccelletti, come ai codibugnoli. 

Segni di vita animale

Oggi davvero pochini. Nella foto un piccione. Visti dei merli e una cornacchia grigia

un piccione fra le foglie dei platani a terra

Gemme per la fine dell'inverno

Purtroppo quest'anno non avremo le fioriture del salicone che a fine inverno attirano immancabilmente nuvole di api. Speriamo che i polloni riescano a svilupparsi per i prossimi anni e rinnovare lo spettacolo. Non mancheranno però i fiori del corniolo, le cui gemme appaiono già abbastanza gonfie.  

Le gemme del corniolo

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