Il rinnovamento del ciclo annuale non cancella però gli effetti di una siccità che, pur attenuata da qualche pioggia sporadica, dura da oltre un anno: le montagne sono senza neve, le centrali idroelettriche e gli agricoltori che si contendono la poca acqua, il po, gli altri fiumi e pure molte sorgenti sono in secca. Qui però i segni sono meno evidenti di quanto si poteva temere.
Lungo le rive crescono rapidamente i giaggioli d'acqua
Ecco due inquadrature contrastanti. Nella prima la bacheca all'ingresso è circondata da frasche verdeggianti. Nella seconda, sul retro del laghetto, i rami del viburno, ancora quasi completamente spogli e secchi. Non sono mai stati così.
I fiori
Sui rami dei peri ornamentali troviamo ancora dei fori, nella parte meno soleggiata e forse per questo così tardivi.
Prossimi alla fioritura i rami che non sono seccati del viburno
A seguire quelli dell'albero di biancospino.
Sulla riva del bacino piccolo si mescolano i fiori della bugola alle foglie dei giaggioli d'acqua e ai getti degli equiseti.
Falsi allarmi?
Molti alberi che già alla fine della scorsa estate sembravano morti, si stanno riprendendo. La perdita delle foglie in caso di siccità è una tecnica di difesa degli alberi. Nel nostro caso ecco gli aceri presso il parcheggio, alcuni dei quali che sembravano persi.
![]() |
La speranza
Ma come si allontanano le minacce dei cambiamenti climatici? Piantando nuovi alberi. A Seregno non mancano i nuovi rimboschimenti, per migliaia di piante. Il tutto non basta perché bisogna evitare l'uso dei combustibili fossili. Ma c'è chi provvede anonimamente a qualche isolata piantumazione. Anche per questi piccoli gesti passa la speranza.
Nessun commento:
Posta un commento