A fine novembre il consueto spettacolo dell'autunno si presenta in tono minore, quasi deludente: la pioggia, il vento, il calo improvviso delle temperature, ma soprattutto i gravi danni del fortunale di luglio, ce ne danno qualche spiegazione.
Arrivando dal parcheggio di via Federico Borromeo.
Un acero ha le foglie giallastre, mentre farnie e platani le hanno rossicce.
Gelsi con rami ripiegati a terra
Il salice piangente presso il cancello principale conserva la maggior parte delle figlie. Un ramo è danneggiato e le sue foglie sono ingiallite. Anche questo è un ricordo del 24 luglio.
Davanti al laghetto, del gruppo di tigli ne rimangono solo due e sono completamente spogli, così come i due noci.
Dentro al recinto del laghetto, sulla sinistra, appare qualche foglia rossa dei vari peri ornamentali e qualche frutto dei medesimi. Le varietà sono evidentemente diverse.
Osservando il bacino grande si nota a sinistra la mancanza del salicone, di cui rimangonoo solo dei polloni, e sullo sfondo dei grandi ciliegi, tutti schiantati.
Il bacino piccolo
Il canneto è stato spazzato e piegato dal vento
Il cespuglio del corniolo segna l'incedere dell'autunno con il suo graduale cambiamento di colore. Ora è già quasi spoglio.
Gli aceri rossi sono stati danneggiati, anche se, bene o male, sono rimasti in piedi, mente i ciliegi che si ergevano lì vicino sono stati completamente abbattuti dal vento il 24 luglio. Ora però gli aceri rossi sono già completamente spogli. Rimane solo qualche cespo di foglie su un paio di rami troncati.
Un gelso piantato meno di dieci anni fa è diventato abbastanza alto, quasi 3 metri.
Nel parato del parco l'erba è stata tagliata, riappaiono le pratoline e qualche tarassaco.
Nel recinto del laghetto resite qualche fiordaliso nerastro. Qui l'erba non è stata tagliata.
Nel prato del laghetto, dove l'erba non è stata tagliata, è spuntato un acero rosso. Sarà opportuno spostarlo in qualche rimboschimento.
Nonostante il freddo un piccolo sirfide si rifugia sul capolino di un tarassaco. Non ci sono altri insetti nei dintorni. Potrebbe essere del genere
Sphaerophoria. Ringraziamo Carlo Munari che ci ha suggerito l'identificazione, nonostante le fotografia poco nitida e le ali chiuse che nascondono il disegno del dorso. Questo genere dovrebbe essere in circolazione fino a ottobre, ma siamo a fine novembre (vedi il manuale dei sirfidi dell'ISPRA).
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