mercoledì 2 agosto 2023

La resilienza del laghetto (3)

Dopo il disastro

Nel titolo di questo post, il terzo della serie, facciamo il verso a un noto testo di Giorgio Vacchiano: "La resilienza del bosco" Lui è uno scenziato noi no e non ci sfiora l'idea di fargli concorrenza. Vogliamo solo guardare con fiducia nell'evoluzione di quello che consideriamo un piccolo ecosistema e non un semplice arredo del parco. Mentre contavamo i danni, ci siamo imbattuti in un serie di segni, magari piccoli, che ci fanno pensare positivamente, almeno per il laghetto e per la natura. 

D'altra parte la vita sulla terra conta milioni di anni, gli alberi primordiali 500 milioni, i primi insetti 480 milioni, i vegetali più evoluti, quelli da fiore, cioè le angiosperme 145 miloni, coevolute insieme a molti insetti come le farfalle, vari imenotteri, ditteri e coleotteri. L'homo sapiens è arrivato forse 300 mila anni fa. É lecito pensare che se l'uomo ha bisogno della natura, la natura potrebbe fare a meni dell'uomo? Nel caso è bene tornare a quanto riportato nel primo di questi tre post e all'appello degli scenziati: spetta all'uomo darsi una mossa. Deve fermare il riscaldamento globale se non vuole devastare il pianenta e soprattutto non dannaeggiare sè stesso. Si dice che gli insetti sopravviverebbero a qualunque disastro, se non altro perchè per ogni essere umano che popola la terra esistono 200 milioni di insetti. 

Ma torniamo al nostro laghetto. Su 200 foto scattate per documentare il disastro del 24 luglio, ben 40 dicono altro. Ne riportiamo qui alcune, iniziando da una splendida ninfea fiorita, assieme ad altre, fra le macerie vegetali, e finendo con un'ape intenta nel suo incessante lavoro di bottinatrice, su uno dei fiori scampati alla grandine nel prato del recinto. 

Ninfee

Quattro o cinque le ninfee viste, un paio ben nascoste. Di solito in questa stagione non fioriscono
per il troppo caldo. Le piogge hanno abbassato un po' la temperatura ed eccole.  




Altri fiori... e frutti

La lagerstroemia, che sembrava schiacciata dai ciliegi crollati, si è rialzata ed è piena di fiori. 



La spirea ha la maggior parte dei fiori secchi per il caldo trascorso. Lo stesso vale per la buddleia. Ma ci sono anche fiori nuovi. 
 

Nel cespuglio del piracanta cresce di tutto. Da anni vegeta anche una rosa. Il cespuglio con tutti i suoi intrusi non sembra ver subito danni particolari. Sotto le bacche acerbe della rosa. 


Alberi che hanno resistito e spazi che si aprono

A breve distanza dal salice da vimini, che è stato letteralmente spazzato via dal vento, una quinta di alberelli (ontani ed aceri) lungo le rive del laghetto, sul lato ovest, non ha avuto danni, a parte le foglie lacerate dalla grandine. Si riprenderanno. 

 
Il bacino piccolo era molto ombreggiato, forse anche troppo. Ci ha pensato il vento ad eliminare un ontano, che poi è stato tagliato con i primi interventi di messa in sicurezza. Ora il luogo è più aperto ai raggi del sole, pur mitigati dai rami penduli del salce piangente.  


I pesci oggi affollavano il bacino piccolo. Stranamente sembravano boccheggiare in superficie. Con il caldo l'ossigeno disciolto nell'acqua diminuisce, ma mai qui si sono verificati fenomeni di eutrofizzazione.  Forse una certa massa vegetale distrutta dalla grandine, in fase di marcescenza, produce anossia. Sono in corso lavori di ripulitura di questa massa e forse per questo l'acqua è torbida. Immaginiamo che sia in corso un intervento dei volontari di Legambiente. Quest'anno almeno non avremo lo specchio d'acqua interamente coperto dalla vegetazione acquatica, come avviene di solito alla fine dell'estate.    

Pesci boccheggianti

Fiori e insetti

Non tutte le foto ci hanno permesso di identificare le varie specie osservate, ma tra queste ci sono delle belle sosprese. 

Sui fiori della buddlela
Forse in foto un paio di imenotteri (vespa e bombo?)



Sulle infiorescenze della carota selvatica


Un sirfide Heristalis arbustorum, visto qui per la prima volta.
Identificato da Andrea ed Enzo in FNM che ringraziamo 

Lo stesso che sopra, visto frontalmente

Un imenottero dei Chrysideae, carattarizzati da colori sgargianti


Insetti non identificati

Fra le buone notizie

Notiamo con piacere che la staccionata, che aveva un paio di paletti traballanti, dopo la segnalazione all'Amministrazione Comunale, è stata riparata. 



Concludiamo con un auspicio

Un'ape operaia al lavoro su un fiordaliso nerastro nel prato dentro la staccionata, dove l'erba non era stata tagliata, a differenza del parco. 


 

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