Oggi, 21 dicembre, siamo giunti alla svolta del solstizio. Da domani le giornate si allungheranno, prima impercettibilmente, poi più velocemente, mentre le ombre si accorceranno.
Sulle piante caducifoglie sono rimaste in percentuale minima le foglie vive, e solo su pochi individui di alcune specie. Qualcosina resta sui rami di un salice piangente, su alcuni fra gelsi, sambuchi e robinie. Le foglie morte sono già cadute quasi tutte, alcune da tempo, altre da giorni, forse per le ultime piogge. I platani, con le chiome che ormai si lasciano attraversare dallo sguardo, trattengono qualche foglia secca, e così le parti basse dei carpini. Dagli aceri pendono gruppi di semi.
Il foliage è terminato e la defogliazione è quasi completa.
Osserviamo cosa resta sulle chiome.

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| Platani |
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| Foglie secche del platano |
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| Aceri |
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| Frutti degli aceri: le disamare |
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| Carpini bianchi |
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Carpini con foglie nella parte bassa, Altri carpini sono spogli, altri ancora le mantengono tutte. |
Da notare che in giro per Seregno si vedono alberi con foglie persistenti (secche ma sui rami), fra i carpini e le farnie, e con qualche ultima foglia viva, fra i salici, i gelsi, le robinie e i sambuchi. Altri esemplari delle stesse specie sono completamente spogli. Una possibile spiegazione sta nella biodiversità, che è anche una questione di individui e di popolazioni.
Le ultime foglie vive
Un salice piangente, quello vicino al cancello d'ingresso, ha ancora qualche ramo con le foglie verde stinto. I gelsi sono spogli ma qualche rametto, forse cresciuto tardivamente, forse più riparato, le conserva ancora verdi. Un altro piccolo gelso le ha quasi tutte ai suoi piedi, perse da poco.
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| Salice piangente |
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| Gelso |
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| Gelso con foglie cadute da poco |
Il prato
Qua e là nel prato sono fiorite delle pratoline. Se ne contano a decine. Un paio di ranuncoli solitari sembrano una eccezione. Qui l'umidità e le temperature non troppo basse favoriscono la vita.
Sempreverdi alla ribalta
La spogliazione delle caducifoglie rende visibili i sempreverdi, altrimenti nascosti, che vi si sono intrufolati, come i tralci di edera nei cespugli di ibisco, i rovi intrecciati al gelso, al sambuco e alla spirea e il piccolo tasso cresciuto miracolosamente in mezzo al viburno
Gli specchi d'acqua
L'acqua è limpidissima ed è al livello massimo. La vegetazione acquatica, costituita da tife e fior di loto, è quasi tutta secca. Vivacchiano sulla superficie le ninfee. Sulle rive verdeggiano il piracanta, un sempreverde, in questo periodo carico di bacche rosse e, più discretamente, il giunco.
Le recenti piogge hanno fatto traboccare l'acqua nel prato retrostante
Nei dintorni
Allontanandoci dal recinto del laghetto, ma sempre nel parco, notiamo per la prima volta in una piccola aiuola dei fiori mai visti prima. Non sappiamo cosa siano. Sono nella zona del parcheggio. Li terremo d'occhio.
Aggiornamento: secondo Plantnet si tratta di un cotogno (Chaenomeles speciosa). L'identificazione ci sembra attendibile. Strano però che sia fiorita adesso.
Leggiamo che "Questa pianta è ampiamente coltivata nelle regioni temperate per il suo portamento volubile e per i suoi vistosi fiori che compaiono all’inizio della stagione,
occasionalmente anche in pieno inverno". Questa è la fonte:
antropocene.it/chaenomeles-speciosa
Ci spostiamo quindi verso ovest, oltre la panchina.
Troviamo qui la strana quercia che avevamo classificato come quercia nera. Le foglie, molto coriacee, sono verdi e rosse ci fanno venire dei dubbi. Di sicuro è del gruppo delle querce rosse di origine americana, ma diversa dalle solite che vediamo a Seregno. Il mistero della sua esatta identificazione rimane.
Infine passiamo dal
nocciolo. Le foglie sono a terra ma gli amenti, le infiorescenze maschili, sono già ben sviluppate, pronte per la fioritura che anticiperà la primavera.
Con il solstizio si sono conclusi il foliage e la caduta delle foglie e già scorgiamo i segni della futura ripresa vegetativa.
Il riposo invernale
Abbiamo verificato oggi che le piante caducifoglie hanno iniziato una fase di quiescenza. Non si tratta di una difesa passiva ai rigori del clima. Le piante hanno elaborato una strategia di sopravvivenza. Mantenere le foglie costerebbe uno spreco di energia e di risorse idriche. Le piante continuano a vivere, ma in modo diverso. Le radici, nella parti più protette del terreno, continuano a lavorare e accumulano riserve che poi serviranno in primavera. Senza questa fase le piante rischierebbero di indebolirsi. Particolarmente le conifere, che non perdono le foglie, se la temperatura invernale resta alta, continuano a svolgere la fotosintesi, ma debolmente e così il bilancio energetico e di risorse è in perdita e rischiano di indebolirsi.
Sarà possibile prossimamente osservare le gemme invernali per capire come si evolveranno. Potrebbe essere interessante osservare i licheni che di certo non temono il freddo.
La fauna
Poco abbiamo detto della fauna. In realtà le gallinelle si facevano sentire con una certa vivacità, quasi che, ogni tanto, litigassero fra loro. Vai a interpretare il significato delle loro espressioni vocali.
La spogliazione degli alberi rende più luminoso il laghetto e permetterà di vedere e fotografare più facilmente gli uccelli. Speriamo!