domenica 21 dicembre 2025

Solstizio d'inverno

Oggi, 21 dicembre, siamo giunti alla svolta del solstizio. Da domani le giornate si allungheranno, prima impercettibilmente, poi più velocemente, mentre le ombre si accorceranno.  

Sulle piante caducifoglie sono rimaste in percentuale minima le foglie vive, e solo su pochi individui di alcune specie. Qualcosina resta sui rami di un salice piangente, su alcuni fra gelsi, sambuchi e robinie. Le foglie morte sono già cadute quasi tutte, alcune da tempo, altre da giorni, forse per le ultime piogge. I platani, con le chiome che ormai si lasciano attraversare dallo sguardo, trattengono qualche foglia secca, e così le parti basse dei carpini. Dagli aceri pendono gruppi di semi. 

Il foliage è terminato e la defogliazione è quasi completa.

Osserviamo cosa resta sulle chiome. 



Platani

Foglie secche del platano

Aceri
 
Frutti degli aceri: le disamare

Carpini bianchi

Carpini con foglie nella parte bassa, Altri carpini sono
spogli, altri ancora le mantengono tutte. 

Da notare che in giro per Seregno si vedono alberi con foglie persistenti (secche ma sui rami), fra i carpini e le farnie, e con qualche ultima foglia viva, fra i salici, i gelsi, le robinie e i sambuchi. Altri esemplari delle stesse specie sono completamente spogli. Una possibile spiegazione sta nella biodiversità, che è anche una questione di individui e di popolazioni.  

Le ultime foglie vive

Un  salice piangente, quello vicino al cancello d'ingresso, ha ancora qualche ramo con le foglie verde stinto.  I gelsi sono spogli ma qualche rametto, forse cresciuto tardivamente, forse più riparato, le conserva ancora verdi. Un altro piccolo gelso le ha quasi tutte ai suoi piedi, perse da poco.  

  

Salice piangente

Gelso

Gelso con foglie cadute da poco

Il prato

Qua e là nel prato sono fiorite delle pratoline. Se ne contano a decine. Un paio di ranuncoli solitari sembrano una eccezione. Qui l'umidità e le temperature non troppo basse favoriscono la vita. 
 


Sempreverdi alla ribalta

La spogliazione delle caducifoglie rende visibili i sempreverdi, altrimenti nascosti, che vi si sono intrufolati, come i tralci di edera nei cespugli di ibisco, i rovi intrecciati al gelso, al sambuco e alla spirea e il piccolo tasso cresciuto miracolosamente in mezzo al viburno 
   




Gli specchi d'acqua


L'acqua è limpidissima ed è al livello massimo.  La vegetazione acquatica, costituita da tife e fior di loto, è quasi tutta secca. Vivacchiano sulla superficie le ninfee. Sulle rive verdeggiano il piracanta, un sempreverde, in questo periodo carico di bacche rosse e, più discretamente, il giunco.




 


Le recenti piogge hanno fatto traboccare l'acqua nel prato retrostante


Nei dintorni


Allontanandoci dal recinto del laghetto, ma sempre nel parco, notiamo per la prima volta in una piccola aiuola dei fiori mai visti prima. Non sappiamo cosa siano. Sono nella zona del parcheggio. Li terremo d'occhio. 



Aggiornamento: secondo Plantnet si tratta di un cotogno (Chaenomeles speciosa). L'identificazione ci sembra attendibile. Strano però che sia fiorita adesso.
Leggiamo che "Questa pianta è ampiamente coltivata nelle regioni temperate per il suo portamento volubile e per i suoi vistosi fiori che compaiono all’inizio della stagione, occasionalmente anche in pieno inverno". Questa è la fonte: antropocene.it/chaenomeles-speciosa

Ci spostiamo quindi verso ovest, oltre la panchina. 


Troviamo qui la strana quercia che avevamo classificato come quercia nera. Le foglie, molto coriacee,  sono verdi e rosse ci fanno venire dei dubbi. Di sicuro è del gruppo delle querce rosse di origine americana, ma diversa dalle solite che vediamo a Seregno. Il mistero della sua esatta identificazione rimane. 



Infine passiamo dal nocciolo. Le foglie sono a terra ma gli amenti, le infiorescenze maschili, sono già ben sviluppate, pronte per la fioritura che anticiperà la primavera. 



Con il solstizio si sono conclusi il foliage e la caduta delle foglie e già scorgiamo i segni della futura ripresa vegetativa.  

Il riposo invernale

Abbiamo verificato oggi che le piante caducifoglie hanno iniziato una fase di quiescenza. Non si tratta di una difesa passiva ai rigori del clima. Le piante hanno elaborato una strategia di sopravvivenza. Mantenere le foglie costerebbe uno spreco di energia e di risorse idriche. Le piante continuano a vivere, ma in modo diverso. Le radici, nella parti più protette del terreno, continuano a lavorare e accumulano riserve che poi serviranno in primavera. Senza questa fase le piante rischierebbero di indebolirsi. Particolarmente le conifere, che non perdono le foglie, se la temperatura invernale resta alta, continuano a svolgere la fotosintesi, ma debolmente e così il bilancio energetico e di risorse è in perdita e rischiano di indebolirsi.   


Sarà possibile  prossimamente osservare le gemme invernali per capire come si evolveranno. Potrebbe essere interessante osservare i licheni che di certo non temono il freddo.  

La fauna

Poco abbiamo detto della fauna. In realtà le gallinelle si facevano sentire con una certa vivacità, quasi che, ogni tanto, litigassero fra loro. Vai a interpretare il significato delle loro espressioni vocali.

La spogliazione degli alberi rende più luminoso il laghetto e permetterà di vedere e fotografare più facilmente gli uccelli.  Speriamo!



giovedì 27 novembre 2025

Autunno all'ultimo atto

Sono sempre di più gli alberi spogli, le foglie si accumulano a terra. Lo spettacolo del foliage e l'autunno stesso sembrano giunti all'ultimo atto. Le tinte forti, gialle e rosse, si accendono se arriva un po' di sole. 

Sotto la chioma del gelso

Sono passati solo 15 giorni dagli ultimi tepori dell'estate di San Martino e siamo piombati nel freddo dell'inverno. Abbiamo visto cadere qualche fiocco di neve (il 21 novembre) e la temperatura scendere, seppure per poco, sotto lo zero. 

Tre platani semispogli

La chioma di uno dei tre platani. 

Gelso

Foglie del gelso

I salici piangenti del laghetto, scossi dal venticello.
Davanti uno dei peri ornamentali

Il cespuglio del piracanta


Un pero da fiore, oltre il laghetto, ha ancora molte foglie. 

Gli aceri rossi sono ora completamente spogli 

Nel recinto


Il picolo bagolaro che vorrebbe crescere fra i massi

La foglia del bagolaro, oltre che avere una forma caratteristica, 
appare al tatto piuttosto coriacea

Parte posteriore nel recinto: foglie a terra e una larga pozza. 
Il salice da vimini rimasto non se la passa bene.  

La gallinella ed il tifeto

Il tifeto,  che occupa la parte centrale del bacino grande, ha un aspetto sofferto, provato dai primi rigori climatici: freddo, pioggia, neve e vento. Gli steli sono piegati e nel mezzo si sono formate dei canaloni. Le foglie della tifa e del  loto sono per lo più rinsecchite, mentre le ninfee formano un piano verdastro sulla superficie dell'acqua. 

Qui si rifugiano ancora le gallinelle d'acqua, quando sono disturbate dai visitatori. 
 



Foliage in sintesi: i due peri

Lo stato di questi due "peri ornamentali?", spuntati dal seme, presumibilmente della stessa specie ma diversissimi grazie alla lotteria dei cromosomi, ci rappresentano visivamente questa fase del foliage... che anche in prossimità del suo termine ci regala qualche bella sorpresa. 

Il pero al centro della foto ha  bellissime foglie rosseggianti,
l'altro, affiancato alla sua sinistra, è carico di perine.




La caduta delle foglie

Sono stati osservati vari alberi e arbusti del parco e nelle aree prospicienti che così risultano:
  • completamente spogli: acero rosso, fico, liquidambar, noce, nocciolo, Punus pissardii, tigli attaccati dalla Popillia japonica, viburno;
  • con pochissime foglie: acero (viale e parcheggio), bagolaro, corniolo, Lagestroemia;
  • con poche foglie: acero campestre (parco e vialetto nord), albero dei tulipani, ibisco, salice da vimini, sambuco, prugnolo, robinia, tiglio;
  • con situazioni diversificate fra individui, da spogli a semispogli: carpino bianco, frassino, gelso, pero ornamentale, rosa;
  • con metà delle foglie: ontano, platano, salice bianco, farnia;
  • con molte foglie:  betulla, buddleja, olmo, alcuni peri ornamentali, salice piangente, salicone;
  • con tutte le foglie o sempreverdi: alloro, caprifoglio, cipresso, edera, fotinia, giunco, lauroceraso, leccio, ligustro, pyracantha, quercia nera, rovo, spirea, tuja, tasso, ulivo, vitalba.